jorge a. bosso

musician, composer, cellist

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Frottole, canoni, ballate, madrigali
et altre maraviglie,
per Orlando l’eroe furioso

Musica e libretto composti con ogni diligentia et devotione da
Jorge A. Bosso et diversi musici et poeti rinascimentali

Prima esecuzione, Palazzo Besta, Teglio (SO), 10 agosto 2016
Commissionato da Serate Musicali in collaborazione con l'Associazione Bradamante e Comitato Nazionale per il V centenario dell'Orlando Furioso

Ivana Zecca clarinetto
Ethel Colella Cipriani arpa
Davide Vendramin bandoneón
Jorge A. Bosso violoncello
Paolo Badiini contrabbasso

Paolo Tormene tenore
Devis Longo baritono
Filippo Tuccimei basso

In una piazza antica di un borgo medioevale s’incontrano tre amici, di lunga data, a disquisire e condividere pareri sul

Saggio scrittor della memoria antica,
Del sangue illustre Estense, al cui gran seme
Fu sempre tanto vostra Musa amica,
Che invidia forse altrui ne punge e preme ...

Eloqui intorbidati, goffi anapesti e dattilici intasati cantano i nostri protagonisti, tra eroiche imprese e furibondi cavalieri.

Fin da subito, L’Orlando Furioso ebbe grande fama e popolarità al punto da creare una fortuita diatriba postuma tra poeti, quali il Tasso e l’Ariosto dove persino l’Accademia della Crusca pubblicò, poco dopo la sua stampa, uno scritto in difesa del capolavoro estense.

E non solo, addirittura il celebre e lussurioso Pietro Aretino si fece beffe del principe dei poeti nel suo sarcastico Orlandino.

Le eroiche pazzie, li eroichi umori
Le traditore imprese, il ladro vanto …

Causticamente parafrasava l’Aretino, la celebre dorata ottava:

Le donne, i cavalier, l’armi, gli amori,
le cortesie, l’audaci imprese io canto …

E talmente celebre diventò il poema che i musici presero stanze e carmi qua e là per abbellire le loro melodie oppure rivestire le loro raffinate ed eleganti polifonie.
Come anche accadde con la prima stanza del Canto Secondo

Ingiustissimo Amor perché sì raro
Corrispondenti fai i nostri desiri?

Il poema dell’Ariosto – séguito dell’anteriore componimento del Boiardo, a sua volta preceduto dalla saga del Re Artù, infine intinto dalla mitologia gallese, e da quella britannica precristiana prima ancora - ci riporta naturalmente verso le ballate di Machaut, le melodie di Binchois, e ancor prima: verso gli albori della polifonia di Perotino, caposcuola della medioevale Notre Dame. Perché l’arte non è altro che intingere nel passato, per delineare un presente, in attesa di orizzonti che entusiasmino.

Musiche antiche, e musiche odierne intessono tra parole remote e testi più recenti un omaggio dentro un omaggio. Una metacelebrazione.

Perché ancor oggi il Furioso Orlando sveglia stupori e desta ammirazione a tutti coloro predisposti a raccogliersi in un dialogo antico fatto d’immagini che traducono ottave dorate sempre pronte a ricordarci ecco il giudicio uman come spesso erra!

Attraverso l’alata fenice, stemma della casa tipografica di Giolito de’ Ferrari – prima stampa dell’Orlando -, succinti caratteruzzi superano gli spazi e valicano il tempo. Ariosto ci dice ancor oggi ciò che, ancor prima a lui, remoti poeti gli sussurrarono all’orecchio,

Quel che l'uom vede, Amor gli fa invisibile,
e l'invisibil fa vedere Amore.

 

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